POLE POLE, SAWA SAWA

Siamo agli sgoccioli. Ormai manca meno di un mese al rientro e il richiamo di casa un po’ si fa sentire. Il lavoro all’Academy procede regolarmente, continuiamo con il nostro progetto di agricoltura organica e presto dovremmo iniziarne uno per dare acqua potabile ad una scuola materna. Appena arriveranno i soldi necessari dall’Università di Southampton “poseremo la prima pietra”. Si tratta di un sistema che garantisce acqua potabile grazie all’evaporazione solare dell’acqua del lago contenuta in una sorta di “piscina” (che potrebbe essere anche utilizzata per la piscicoltura). Per quanto riguarda le attività sportive siamo ancora fermi per via dei soliti giacinti d’acqua, che stanno protraendo la loro presenza lungo le coste del Golfo di Kisumu, quindi ci concentriamo sulla terra e saltuariamente faccio da personal trainer ai ragazzi del posto.
Sono stato in Uganda. Un viaggio fantastico, tra artisti del ghetto, pullman con troppe file di sedili e mai posti a sufficienza, kayak tra le onde, cascate incredibili, viaggi in moto per centinaia di km nella steppa e, soprattutto, tra bananeti sconfinati (eh già gli ugandesi senza banana o matoke non mangiano). Ho scoperto com’è difficile mandare avanti una scuola in un posto nel mezzo del nulla, dove la poca corrente elettrica è dovuta a mini pannelli solari che ognuno se vuole si deve procurare. Ho fatto network con i club di canottaggio ugandesi, ho avuto un faccia a faccia con il presidente della federazione di canottaggio, ho posto le basi ad una futura regata (idealmente nel 2018) organizzata da noi, la Kisumu Water Sports Academy.
Mi sono persino tatuato così da portare quest’esperienza per sempre sulla mia pelle.
Manca davvero poco ma ho ancora un mese per lasciare un’impronta ancora più profonda in questo meraviglioso angolo di mondo.
