Huanuco



É passato circa un mese da quando io e Carlos, il mio compagno di viaggio spagnolo, siamo arrivati nella vivace e brullicante cittadina di Huánuco a 2000 m d'altezza rispetto al livello del mare e alle porte della foresta Amazzonica. Dopo aver trascorso circa quattro giorni nella grigia e umida Lima finalmente un po' di sole e colori sgargianti. Dopo circa 11 terribili ore di viaggio in autobus, nel tratto Lima-Huánuco, io e Carlos siamo finalmente scesi alla fermata dell'autobus di Huánuco dove ad aspettarci c'era Rudy, il padre della famiglia che ci sta ospitando. La moglie di Rudy è la gioia delle mie giornate in quanto oltre ad essere una settantenne piena di vita e dinamica, è anche una bravissima pasticcera artigianale che ogni giorno sforna decine e decine di kekes (torte) per i vari compleanni, anniversari, matrimoni della città. Fin da subito mi sono dunque sentita a casa qui in calle Jiron Libertad, in quanto l’atmosfera che viene a crearsi grazie al continuo sfornare di dolci è molto divertente e calorosa. Il clima risulta essere accogliente e frizzante, diciamo che casa nostra può essere considerata il classico “porto di mare” in cui le mujeres peruanas sono solite trascorrere buona parte delle loro giornate sia per aiutare la signora Dorita a fare le torte sia per farci visita. La mattina pertanto sono solita svegliarmi con un profumino di torta alle mandorle e uvetta che aleggia poi per tutta la casa durante l’intera giornata, in particolare durante il fine settimana quando il lavoro si concentra maggiormente. Dopo aver fatto colazione mi reco al mercato dove inizia la mia giornata lavorativa. Il progetto a cui mi sto volontariamente dedicando si chiama “Yachay” che in lingua quechua significa aprender (imparare) ed è un progetto del Ministerio de las Mujeres y de las Poblaciones Vulnerables dedicato ai bambini che lavorano in strada. L’obiettivo principale è dunque quello di cercare di togliere i minori dal lavoro in strada fornendo loro un punto d’appoggio e un luogo di riferimento. Il luogo in cui los educadores de calle sono soliti operare è il mercato e precisamente a Huánuco ce ne sono quattro all’interno dei quali c’è una piccola saletta con banchi , giochi, materiali vari per i bambini. L’attività a cui io mi sono dedicata durante questo primo mese è stata quella di supportare i bambini durante 4 ore al giorno (due la mattina e due la sera) facendogli fare i compiti e giocando un po’ con loro. I bimbi che si recano al Centro de Referencia, altrimenti detto escuelita, del Mercado Modelo hanno all’incirca tra i 6 e gli 11 anni e sono figli di ambulanti e venditori callejeros vari. Sono figli di quella parte di popolazione peruviana che vive nel Sierro (il monte che circonda Huánuco), gente così detta povera a cui viene negato l’accesso a diversi beni e servizi come per esempio l’acqua e l’elettricità in casa. La maggior parte delle famiglie è composta dalla madre e da tre, quattro, cinque, sei figli….spesso il padre non c’è più o perché è scappato o perché maltrattava la madre la quale si è trovata costretta a separarsi. Purtroppo il maschilismo e la violenza è ancora imperante all’interno della società peruviana e in particolare all’interno degli strati sociali bassi o poveri in cui le madri faticano a dar da mangiare quotidianamente ai loro figli. Durante il giorno normalmente i bambini si recano a scuola e poi, il pomeriggio, vengono a farci visita alla escuelita dove fanno i compiti e giocano. Ora per esempio stiamo costruendo delle maschere per l’avvento della festa di Halloween, la settimana scorsa invece siamo andati in piscina, sabato prossimo andremo a fare una passeggiata al parco, giusto per far loro conoscere anche altre parti della città. Oltre a quest’attività con i bambini, gli educatori e i volontari cercano di ricavare del tempo per andare a parlare con i professori a scuola, per andare a trovare le famiglie a casa e per fare delle riunioni con i genitori (solitamente una volta al mese). L’affluenza alle riunioni è abbastanza bassa: considerando che per ogni Centro ci sono circa 40/45 bambini, le mamme presenti alla riunione sono solitamente una decina e questo a causa dell’impegno lavorativo delle stesse. Spesso inoltre si trovano in difficoltà a lasciare la bancarella per partecipare agli incontri quindi l’educatrice, dopo la riunione va a trovarle e cerca di spiegare loro ciò che è stato detto. Basicamente durante questi incontri si cerca di dare loro delle nozioni di educazione famigliare base, si cerca di far loro capire che i vecchi metodi violenti, sono oggigiorno superati. Non è sempre facile costruire una comunicazione efficace in quanto molte donne non parlano spagnolo castigliano e poi perché sono solite addormentarsi durante le riunioni a causa della stanchezza motivo per cui l’educatrice Elizabeth cerca di tenerle sveglie attraverso esercizi ginnici cosicchè da strappar loro anche qualche sorriso.
Infine, le giornate a Huánuco terminano presto, alle 20:00 già le persone si riuniscono all’interno delle loro case per cenare e guardare la televisione. La sera infatti i huanuqueñi non sono soliti uscire se non durante il fine settimana quando vanno al bar a bere cervezas e aguardiente o a ballare ritmi latini, in particolare il reggaeton. Dopo un mese trascorso qui in Perù posso azzardare a dire che non è facile entrare nelle simpatie dei peruviani i quali sembrano essere molto timidi e riservati, con poca voglia di conoscere gli stranieri (forse anche perché non sono abituati ai turisti). Al momento l’unica persona con cui sono riuscita a stringer un rapporto di semi conoscenza è Juvenal, un ragazzo peruviano di trent’anni che lavora con me presso Yachay e che sta studiando per fare un dottorato in psicologia. Con lui è molto piacevole dialogare davanti ad un caldo thè presso Caffè Ortiz o nel suo locale “Romepecabeza”. Per ora da Huanuco è tutto! Hasta pronto!!!